🏖️ Saluti dalla Riviera!
Ovvero una cartolina con i migliori dischi dell'estate (ciao estate, ciao) secondo il sottoscritto
Come da immemore tradizione l’uscita estiva di Indie Riviera vale per due mesi: luglio e agosto; perché l’osceno agosto può appena appena raggiungere la sufficienza solo facendo media con luglio (e non parlo solo di musica).
My Light, My Destroyer di Cassandra Jenkins
My Light, My Destroyer non è esattamente un disco estivo - anzi non lo è affatto - ma è sicuramente uno dei dischi più interessanti usciti questa estate.
Cassandra Jenkins, originaria di New York, è una cantautrice folk dal retrogusto ambient pop, cresciuta (letteralmente) nella scena folk di Manhattan dove ha suonato sin da bambina in un enseble folk costituito da amici e parenti.
Dopo aver studiato arti visive alla Rhode Island School of Design ha lavorato come assistente editoriale al New Yorker, per poi avviare la sua carriera da musicista a metà degli anni ‘10.
Per il mio personalissimo gioco delle assonanze, rigorosamente non richiesto, nella voce di Cassandra trovo riferimenti a Eleanor Friedberger, Aimee Mann, PJ Harvey e Laurie Anderson.
Cassandra, sin dal suo debutto del 2021 con Overview on Phenomenal Nature, aggiunge al suo personale bagaglio folk elementi di dream pop crepuscolare. Overview on Phenomenal Nature fu accolto con entusiasmo da critica e pubblico, tanto che comparve in parecchie classifiche dei migliori dischi di quell'anno, generando attenzione e aspettative.
My Light, My Destroyer rispetto al precedente suona più sperimentale e stilisticamente vario, capace di spaziare da brani sorretti da fiati squillanti - che potrebbero ricordare Sufjan Stevens - a episodi più notturni e soporiferi, passando per brani trip-hop e "spoken word" ad altri costruiti su robuste chitarre elettriche.
Delicato, sincero e imperdibile.
The Art of the Lie di John Grant
Per John Grant l’arte della bugia è una condizione necessaria per sopravvivere, più che qualcosa di davvero evitabile. Allo stesso modo la sua scrittura arguta, ai limiti del sarcasmo, è un’arma che ha dovuto affinare per difendersi.
Non sono certo doni che augureresti a qualcuno, ma in questo caso la catarsi musicale di questo veleno è di una bellezza accecante.
Nato nel Michigan da una famiglia metodista, John ha sofferto sin da adolescente per la mancanza di accettazione, da parte dei suoi genitori, della sua identità sessuale non binaria. A 12 anni poi, quando si trasferì in Colorado con la famiglia, la mancanza di accettazione sfociò in episodi di bullismo da parte dei nuovi compagni di scuola.
Tutta questa sofferenza trova un senso nel 1994 quando John fonda i Czars, una band indie che diventerà addirittura seminale in ambito dream pop e alt-country; caratterizzata, e non poco, dalla potente voce baritonale di Grant.
Nel 2010 Grant esordisce infine come solista con l’indimenticato Queen of Denmark in cui all’alt-country venato di shoegaze dei Czars aggiunge il suo amore per il synth pop e la musica industriale.
The Art of the Lie è l’ennesimo album riuscito di una discografia senza passaggi a vuoto ma mai uguale a sé stessa. John, ancora una volta, affornta i temi dell’infanzia e delle ferite non ancora rimarginate che questa gli ha lasciato (Father, Daddy, Mother and Son), attraverso pezzi che passano dal funk al synth-pop stile Momus, ballad (Marbles) e pezzi rock che ricordano Back (All That School for Nothing).
Salvifico a luglio, mortifero ad agosto, ma se lo ascolti a settembre non dovrebbe succederti nulla.
Frog in Boiling Water dei DIIV
Da una copertina meravigliosa (The Art of the Lie di John Grant) ad una davvero discutibile, sto parlando di Frog in Boiling Water il quarto album in studio dei DIIV di Zachary Cole Smith.
Nato a New York e cresciuto nel Connecticut, Zachary ha iniziato a suonare la chitarra da ragazzo partecipando in vario modo a diversi gruppi durante gli anni scolastici, inclusa una parentesi dietro alla batteria dei Beach Fossils.
I DIIV, in circolazione dal 2011, sono l’output musicale di tutte le influenze che Smith ha assimilato come ascoltatore, fra cui soprattutto la scena Krautrock, il mood C-86, i My Bloody Valentine e i Nirvana. Diciamo che ci provano.
Visto il recente passato turbolento di Zachary - in particolare il triennio fra il 2013 e il 2016 che lo ha visto fare dentro/fuori, dentro/fuori dalle cliniche di disintossicazione - Frog in Boiling Water (il riferimento è a come una rana in una pentola di acqua calda non si renda conto della temperatura che sale finché non muore ustionata) sembra riferirsi proprio alle difficoltà personali del suo autore.
Trovo Frog in Boiling Water meno graffiante e meno grunge dei precedenti, ma non meno divertente per chi ama l’Alt. rock anni '90.
Quivers degli Oyster Cuts
Il premio "fetta di cocomero più fresca dell'estate" va sicuramente a Oyster Cuts dei Quivers.
I Quivers sono una band australiana (Hobart, Tasmania) nata sì dall’intuizione di Sam J. Nicholson, ma al quale via via si sono aggiunti altri tre membri ugualmente carismatici, tanto che tutti e quattro i componenti della band si alternano come vocalist.
I Quivers metto assieme un college rock costruito su chitarre stridenti, guitar pop, melodie malinconiche a supporto di liriche tipiche del romanzo di formazione. Queste coordinate, portate in scena per la prima volta con Golden Doubt del 2021, gli sono immediatamente valse un contratto con la Merge Records (adoro).
Se sei alla ricerca di un college rock fra R.E.M. anni ‘80, Smiths e Go Betweens qui trovi note per le tue orecchie.
Romance dei Fontaines D.C.
Te lo scrivo subito all'inizio che così ci togliamo il dente: a me Romance dei Fointain D.C. piace parecchio, lo trovo diverso dai precedenti album e decisamente evoluto rispetto a Skinty Fia, che pure ho amato. Attenzione, quando scrivo “evoluto” non mi riferisco ad un giudizio di merito, ma intendo che non troverai in Romance la formuletta di Skinty Fia mandata a memoria e ripetuta, ma un tentativo (secondo me riuscito) di andare oltre.
Sinossi in breve. I Fontaines D.C. sono una band di Dublino composta da cinque ex studenti del Dublin City Music College. Ai tempi i ragazzi erano tutti membri di una loro band, ma la sintonia d'intenti li ha man mano portati ad abbandonare i gruppi di provenienza e a costituire i Fontaines D.C.
Appena esordienti nel 2019 hanno ben presto conquistato le classifiche (2022) grazie a Skinty Fia, raggiungendo la vetta delle charts nel Regno Unito, in Irlanda e in Scozia.
Romance è ancora una volta un disco alternative rock in senso classico, caratterizzato dalla voce vibrante, coinvolgente e profondamente identitaria di Grian Chatten.
Per quanto mi riguarda sono uno dei pochi gruppi di fama in equilibrio su quella sottilissima linea sospesa fra il mainstream e l’essere ancora una rock band credibile.
Il Rap Spiegato ai Bianchi di Mark Costello e David Foster Wallace
È il 1989 e due studenti di Harvard, entrambi bianchi, colti e di classe media, sviluppano una irresistibile passione per la musica rap, che ormai sta oltrepassando i confini dei ghetti neri e sta diventando mainstream. I due decidono di puntare l’occhio del riflettore sulla scena rap statunitense e di farne un reportage di giornalismo musicale.
La raccolta di scritti passa da ascolti compulsivi a imbarazzanti incursioni negli studi di registrazione e nei locali hip hop (dove ovviamente rischiano l’incolumità) il tutto condito da metafore psichedeliche, come quando i due intrecciano le lotte delle Pantere Nere per i diritti delle persone afro americane ad una puntata di Ginny una Strega per Amore (!?!?!).
Tutto questo potrebbe sembrare la trama di una sitcom nerd, se non fosse che i due autori sono, niente po’ po’ di meno che, David Foster Wallace (proprio lui!) e il suo compagno di college Mark Costello.
I due, sin dalle prime pagine, si dicono ispirati dal critico rock più eccentrico e geniale di sempre: Lester Bangs. Il risultato è un collage di articoli scritti a flusso di coscienza che davvero potrebbero ricordare quello che scriveva Bangs sotto l’effetto di stupefacenti; tuttavia, se leggendo Bangs è facile imparare qualcosa su Captain Beefheart, Cream o Frank Zappa, qui di che cosa fosse il rap nel 1989 per i bianchi si capisce ben poco.
Un libro che appare molto più interessante dal punto di vista letterario che da quello musicale.
My job here is done
Alla prossima!
(Hai notato che non scrivo mai “A presto”?)
🤹 Io, l’autore
Ciao, sono Francesco, forse ti ricorderai di me per la webzine Indie For Bunnies di cui sono stato co-fondatore, o per qualche pezzo pubblicato sulla rivista musicale Losing Today, o per le mie doti comiche "Qual è il gruppo preferito di un cartolaio?" "I Moleskine!"; o per altri Super Poteri di Merda™ come questo (seguimi per altre eroiche imprese).
Se invece è la prima volta: sei su Indie Riviera la newsletter che una volta era un blog (una volta qui era tutta blogosfera) e oggi è il posto su cui scrivo di dischi, etichette , industria musicale, libri e cultura pop in generale.